In occasione dell’ottava di sant’Agata 12 febbraio, dove tantissimi devoti porgono l’ultimo saluto, io voglio dedicarle un intero post.
Agata era una giovane nobildonna che visse nel III secolo durante il proconsolato di Quinziano. Secondo la tradizione proprio Quinziano si invaghì della ragazza chiedendole di rinnegare la sua fede e di sposarlo. Agata però rifiutò senza indugi e per questa ragione fu rinchiusa in carcere e torturata, fino all'amputazione di una mammella. Infine fu sottoposta al supplizio dei carboni ardenti. Durante il martirio finale si racconta che l'unica cosa che non fu distrutta dalle fiamme fu il velo che la donna indossava, oggi una delle reliquie più preziose.

Sicuramente i primi festeggiamenti a sant'Agata avvennero spontaneamente il 17 agosto 1126 quando le spoglie della Santa catanese, trafugate nel 1040, furono riportate in patria dalla città di Costantinopoli. Il vescovo di Catania, Maurizio, si recò al castello di Jaci (castello di Aci situato ad Aci Castello)
per accoglierle. Sparsa la voce, nel corso della notte i cittadini si riversarono nelle strade della città per ringraziare Dio di aver fatto tornare, dopo 86 anni, le spoglie dell'amata martire Agata.
La vera festa religiosa ha però inizio la mattina del 4 febbraio con la messa dell'Aurora, quando il busto reliquiario di sant'Agata dopo un anno di attesa viene portato fuori dalla stanza che lo ha custodito, e "consegnato" ai devoti che lo porteranno in processione per tutta la città concludendosi nella tarda mattinata del giorno successivo 6 febbraio. La ricorrenza di febbraio è legata al martirio della santa catanese.
Inserita nel Reis, il registro delle eredità immateriali, atto propedeutico al riconoscimento dell'Unesco come Bene immateriale patrimonio dell'umanità è oggi la terza festa religiosa più importante al mondo.
Concludo rinnovando l’appuntamento con la nostra amata Patrona il 17 agosto.