
Il castello di Aci si trova ad Aci Castello in provincia di Catania e risale all’XI secolo, all’epoca della conquista normanna della Sicilia. La fortificazione fu il fulcro dello sviluppo del territorio delle Aci nel medioevo. Durante i Vespri siciliani, fu assoggettato alla signoria di Ruggero di Lauria, quindi in epoca aragonese fu di Giovanni di Sicilia ed infine degli Alagona venendo più volte assediato. Successivamente affidato ai Vescovi di Catania, con Federico II di Svevia il Castello passò al Demanio Regio; poi fu teatro della guerra tra Angioini e Aragonesi che durò ben due secoli.

Il castello sorge su di un promontorio basaltico formatosi da colate laviche sottomarine (pillow) a picco sul mare blu cobalto ed inaccessibile tranne che per l'accesso attraverso una scalinata in muratura.

Al centro della fortezza si trova il «donjon», la torre quadrangolare fulcro del maniero. Rimangono poche strutture superstiti: l'accesso che conserva i resti dell'impianto del ponte levatoio, il cortile dove si trova un piccolo orto botanico, diversi ambienti, fra cui quelli dove è accolto il museo e una cappella (secondo alcuni bizantina) ed un'ampia terrazza panoramica sul golfo antistante.


Attualmente è sede di un museo civico allestito all'interno del castello consta di tre sezioni: mineralogia, paleontologia ed archeologia. In progetto una quarta, più ambiziosa, di acquario.

Numerose sono le leggende riguardo la presenza di fantasmi che dopo la mezzanotte si aggirano tra le stanze segrete o nelle tetre prigioni dove la storia descrive di morti in battaglia e di detenuti lasciati morire di fame. Di avvistamenti se ne parla da tanti anni; ne parlò il custode di un tempo oggi defunto, che disse di aver visto dei soldati a spasso entrare nelle stanze dove si trova il museo civico. Pare che qualche castellese sia rimasto una notte ad aspettare i fantasmi munito di macchina fotografica.
Un’altra vicenda riguarderebbe due impiegate comunali che, al termine di una manifestazione tenutasi sul castello, si attardano a ripulire e sistemare le stanze del maniero normanno. L’orologio segnava le tre di notte e un leggero venticello avvolgeva la rupe dando un po’ di frescura alle stanche lavoratrici. Ad un tratto un rumore stridente, forse di catene, rompe il silenzio di una sonnacchiosa notte d’estate. Le malcapitate si guardano in faccia, capiscono che qualcosa di strano sta accadendo, pensano entrambe la stessa cosa ricordandosi le leggende dei fantasmi, e allora giù di corsa per le scale del castello a gambe levate.
SARDe ha voluto approfondire tali argomentazioni e con i loro strumenti si sono recati all’interno del Castello per fare alcuni scatti e monitorare alcuni ambienti nei quali, secondo i racconti sopracitati, si sono verificate delle attività paranormali.